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Il Commissario al banchetto

Inserito nel sito UITA il 03-Nov-2006



Si dice che l�appetito vien mangiando. Se � vero, l�aumento del private equity (capitale di rischio) in Europa dimostra che un sano appetito finanziario stimola fortemente le ambizioni politiche. Nel 2004, le societ� europee di private equity investirono quasi 37 miliardi di euro, di cui due terzi in acquisizioni. Nel 2005, 32 miliardi di euro sono stati investiti in acquisizioni, di cui oltre il 19% in transazioni superiori ai 300 milioni di euro ed il 37,4% nella fascia tra 150 e 300 milioni. Il private equity sta rimpinzandosi di grandi societ� con grossi attivi e forti organici. Le societ� investitrici di capitali di rischio in Europa oggi danno lavoro a circa 5 milioni di lavoratori. Nel Regno Unito un dipendente su 5 nel settore privato lavora per un fondo d�investimento.

Il private equity in Europa ha raggranellato 72 miliardi di nuovi fondi l�anno scorso, di cui 57 sono stanziati per acquisti di societ�. Lungi da portare al rischio d�indigestione, questa frenesia di acquisti non ha fatto che stuzzicare gli appetiti politici e finanziari degli investitori. Il private equity ha avviato un�offensiva di pressioni su Bruxelles e sulle capitali nazionali, allo scopo di eliminare tutti gli ostacoli che rischierebbero di limitare il numero delle portate servite al banchetto.

A ci� si aggiunga il Commissario dell�UE per il mercato interno ed i servizi, Charlie McCreevy, che l�anno scorso ha chiesto all�industria del private equity di preparare uno schema per arricchirsi pi� in fretta grazie ad ancora pi� acquisti. Il risultato, redatto da 10 �esperti� di fondi di private equity (pi� alcuni �osservatori� di altri fondi e banche d�investimenti), � oggi disponibile: la �Relazione del gruppo d�esperti sugli investimenti alternativi per lo sviluppo del capitale di rischio in Europa�, che costituir� la base di un �Libro bianco� della Commissione. McCreevy ha lodato il lavoro �prezioso� degli esperti e lo ha definito �un argomento convincente per promuovere l�attivit� fiorente di private equity in Europa�. Ha affermato: �I miei servizi hanno gi� attirato l�attenzione sulle necessit� dell�industria dimostrate in questa relazione. Se i Ministri delle finanze vogliono seriamente fare qualcosa per migliorare la normativa e la fiscalit� del private equity abbiamo qui un programma bell�e pronto.�

L�Associazione europea del capitale di rischio naturalmente ha salutato la pubblicazione della relazione e la sua accoglienza favorevole a Bruxelles, come hanno scritto i suoi membri. Gli investitori finanziari e le loro lobby conoscono da sempre ci� che i loro oppositori hanno fatto fatica a capire, cio� che il trasferimento di ricchezza da un gruppo d�investitori ad un altro � un�operazione altamente politica, che richiede pressioni politiche ben mirate per delimitare il contesto normativo e fiscale in cui operano. L�espansione rapida del capitale di rischio in Europa ha necessitato cambiamenti cruciali alla legislazione dell�UE sulla banca, i servizi finanziari ed i fondi pensionistici (per esempio, la Direttiva sulle esigenze in capitali, la Direttiva sui fondi pensionistici e la futura Solvibilit� 2), generalmente sulla falsariga di simili evoluzioni in Nordamerica. Questi cambiamenti sono spesso chiamati �deregolamentazione�, come se la semplice cancellazione fosse al centro del processo mentre, in realt�, si tratta di �ri-regolamentazione�, che richiede migliaia di pagine di nuove leggi e regolamenti ad ogni livello.

Per il momento gli investitori finanziari sono soddisfatti del lavoro svolto a livello dell�UE per facilitare la loro espansione. La sostanza della relazione � una richiesta di azione da parte della Commissione affinch� armonizzi l�applicazione di regolamentazioni esistenti, allineando le pratiche nazionali per creare un mercato unico senza ostacoli per il capitale di rischio, perch� se � vero che ai sensi del diritto dell�UE i fondi pensionistici, per esempio, possono investire in private equity, gli esperti � ed il Commissario McCreevy � ritengono sia intollerabile che alcuni Stati membri continuino a limitare o addirittura a proibire questa pratica.

Le lagnanze ed i loro rimedi elencati nella Relazione spiegano le esigenze e le preoccupazioni fondamentali del private equity, che � opposto a qualsiasi forma di �intrusione� normativa, � affamato di segretezza, � totalmente ostile alle esigenze di divulgazione e di �regole di condotta� delle operazioni, � contrario alle imposte sui guadagni in capitale e detesta profondamente le esigenze di rapporto d�indebitamento. Il Commissario McCreevy concorda con la conclusione degli esperti di mantenere ed ampliare �l�attuale contesto di auto-regolazione e di supervisione leggera�. Secondo lui, la Relazione � un �argomento convincente� a favore di un regime �senza la guida di controllori locali.�

La posta in gioco � notevole per i lavoratori ed i loro sindacati. Possiamo permettere che investitori che dispongono di centinaia di miliardi di euro, che possiedono societ� con 5 milioni di dipendenti, si �auto-regolamentino�? Stranamente, i fondi di private equity negano decisamente di essere datori di lavoro e preferiscono autodefinirsi una �classe patrimoniale�. Nel diritto dell�UE, i fondi vivono in un universo parallelo in cui gli aspetti fondamentali della legislazione sul lavoro apparentemente non si applicano. Per milioni di lavoratori di societ� controllate dal private equity, per�, il rapporto di lavoro � chiaro: il padrone � un fondo d�investimento. Effettivamente, i fondi sono fra i principali datori di lavoro al mondo ed i maggiori potrebbero essere elencati fra i primi dieci datori di lavoro transnazionali al mondo se fossero riconosciuti come tali. Sono i nuovi conglomerati, nell�era in cui gli investitori acclamano la formula magica di �concentrarsi sul core�.

I fondi di private equity non sono solo datori di lavoro nascosti. Ci� che distingue un buyout da parte di private equity da acquisizioni e fusioni tradizionali � il fatto che si basa esclusivamente su un forte rapporto d�indebitamento che impone esigenze specifiche per generare e gestire la tesoreria delle aziende acquistate. Il capitale di rischio fa le transazioni ma fornisce poco capitale di suo, perch� gli operatori del buyout ottengono il denaro dagli investitori istituzionali, tra cui i fondi pensionistici sono la principale componente. Una percentuale del prezzo di vendita finale, chiamato �interesse riportato� (generalmente circa il 20%) va alla societ� di private equity quando l�impresa ristrutturata viene quotata in borsa o venduta ad altri investitori finanziari. Le banche d�investimento incassano onorari e interessi sulla consulenza nella trattativa e l�intermediazione nel debito, ma la vera manna va alle societ� di private equity che, oltre all� �interesse riportato� da una �uscita� riuscita guadagnano onorari di gestione, onorari d�acquisizione ed onorari di �consulenza finanziaria� quando prendono a prestito denaro. Il Wall Street Journal osservava il 26 ottobre: �Alcuni investitori affermano di ritenere che gli onorari significano che le societ� di private equity possono prosperare anche se le transazioni effettuate non sono pi� lucrative, separando gli interessi degli investitori da quelli della societ� stessa.�

Con questo sistema di finanziamento, l�unico modo che hanno gli investitori per raggiungere i loro obbiettivi � di sfruttare le societ� acquistate, appropriandosi in permanenza della loro tesoreria disponibile, imponendo loro una sorta di prelievo sull�organico attuale e futuro. Ci� porta a pressioni costanti per ridurre salari, prestazioni e organico, mentre gli investimenti di capitale fisso sono ridotti al minimo. Il ciclo globale dell�intera operazione (buyout, ristrutturazione e �uscita�) � calcolato in un tempo di 3-5 anni. Il private equity descrive questo ciclo come un processo di �liberazione di valore� tramite investimenti �a lungo termine� mentre, in realt�, si tratta di saccheggio concentrato di beni presi al volo.

Man mano che il capitale di rischio stimola l�appetito degli investitori per profitti a breve termine, le societ� quotate subiscono pressioni sempre pi� forti affinch� adottino misure simili per �distribuire valore agli azionisti�. Il dettagliante australiano Coles Myer, per esempio, ha appena combattuto un�offerta recente di private equity licenziando 2'500 lavoratori come unico modo per dimostrare agli azionisti che era deciso a �valorizzare le azioni�.

Le dimensioni attuali dei fondi di capitali di rischio sono tali che nessuna societ� � al riparo da un acquisto potenziale. L�ombra di questi capitali ora si estende su tutte le societ� quotate in borsa, creando un�atmosfera di �pre-offerta�. Qualsiasi societ� che non riesca a soddisfare gli investitori mostrando regolarmente utili a due cifre, aumentando i dividendi, riacquistando le azioni e accollandosi nuovi debiti per dimostrarsi determinata a proposito di acquisizioni e rispetto della tesoreria, � diventata un obbiettivo. I fondi di capitali di rischio sono sempre pi� affamati e pieni di denaro.

Un debito sempre pi� elevato, soprattutto quello speculativo, comporta una potenziale instabilit� finanziaria, con conseguente crisi e crollo. L�avanzata continua del private equity dipende da tassi d�interesse favorevoli, prezzi delle azioni in aumento e liquidit� sui mercati azionari. Un cambiamento in una qualsiasi di queste variabili sarebbe d�ostacolo al successo delle �uscite� e squoterebbe l�intero edificio. Nel 1998, la Banca federale di New York ag� da intermediario per il salvataggio del hedge fund creato da laureati Nobel per l'economia, il Long Term Capital Management, per un ammontare di USD 3,65 miliardi. Questa cifra oggi non coprirebbe il crollo di nemmeno uno dei grandi fondi di capitali di rischio. E ce ne sono tanti.

I fondi di private equity e le loro lobby affermano che l�acquisto di societ� private tramite buyout le protegge da pressioni del mercato finanziario a breve termine. In realt�, � l�appetito insaziabile del private equity che alimenta la fame sempre maggiore del mercato per guadagni massimi a breve termine, accelerando la tendenza generale delle grandi societ� alla ristrutturazione e al disinvestimento piuttosto che trattenere e reinvestire gli utili che oggi vengono distribuiti agli investitori a livelli senza precedenti. Questa finanziarizzazione dell�economia globale impone un pedaggio su servizi e produzione, ricompensando la finanza a scapito dell�investimento a lungo termine, creatore d�occupazione.

I sindacati devono reagire per evitare la morte dell�investimento produttivo che sta distruggendo posti di lavoro ed aumenta le pressioni sui lavoratori. Se, come pretendono McCreevy e gli esperti, � l� �incertezza normativa� che blocca l�espansione ulteriore del private equity in Europa, la nostra principale linea di difesa dovrebbe essere di mantenere quell�incertezza. Dovremmo mobilitarci per far applicare al massimo e rigorosamente la regolamentazione nazionale attuale, incluse le limitazioni sui finanziamenti di private equity. C�� ampio spazio per i sindacati per interventi politici a livello nazionale e per una risposta coordinata a livello dell�UE.

Tuttavia, la regolamentazione attuale chiaramente non basta, come dimostra il progresso spettacolare delle attivit� d�acquisizione. La facilit� con cui le societ� di private equity sono riuscite a fornire alla Commissione un �programma bell�e fatto� solleva molti quesiti circa la �collaborazione sociale� che si dice dovrebbe essere alla base del modello sociale europeo. Questa relazione dovrebbe essere lo spunto per spingere il movimento sindacale europeo a mettere pubblicamente in dubbio la natura dell�impresa nella quale si dice che siamo partner.

Tutti i sistemi di regolamentazione dei mercati sono destinati ad adattarsi ed evolvere, perch� i mercati sono in continua evoluzione. L�ascesa di una nuova classe d�investitori e l�appropriarsi della ricchezza sociale per ricompensare i mercati finanziari non sono i risultati inevitabili di un processo naturale, ma di uno che � stato attentamente costruito in ogni sua fase attraverso interventi politici voluti.

La marcia in avanti dei buyout da parte di private equity e la finanziarizzazione dell�economia mondiale possono e debbono essere arrestate. Perci�, dovremo andare al di l� di problemi di �buona gestione aziendale� per sviluppare e difendere un programma globale di regolamentazione della finanza che incoraggi l�investimento produttivo ed a lungo termine per l�occupazione e le qualifiche, come alternativa allo sfamare appetiti finanziari senza limiti.