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Riunisce i lavoratori agroalimentari e del turismo di tutto il mondo



Cina: affrontare la realt�

Inserito nel sito UITA il 19-Dec-2004



Rappresentanti sindacali di 20 paesi, in procinto di raggiungere Pechino per una riunione dell�OCSE sugli investimenti socialmente responsabili, sono stati informati il 6 dicembre scorso che i loro visti non erano pi� validi e che la riunione era annullata. Il governo ha spiegato l�annullamento della riunione affermando che il momento era �inappropriato e sconveniente�. La riunione avrebbe dovuto discutere l�applicazione in Cina delle Linee guida dell�OCSE sulle multinazionali.

L�annullamento della riunione ha suscitato giustamente l�ira dei sindacalisti, che l�hanno considerato un chiaro messaggio politico: le norme internazionali per i lavoratori cinesi non sono all�ordine del giorno del loro governo. Questo incidente deve per� essere visto in un contesto pi� lato, tenendo conto di quanto segue:

Il 16 novembre, cinque ex-dipendenti di una fabbrica di scarpe nella provincia di Guangdong, della societ� Stella Corporation basata a Taiwan, sono stati condannati fino a tre anni di prigione, per il �delitto� di partecipazione a manifestazioni di oltre 4'000 lavoratori della fabbrica contro i bassi salari pagati con ritardo e la riduzione drastica del pagamento degli straordinari. Secondo il China Labour Bulletin, due dei cinque lavoratori non avevano l�et� legale quando cominciarono a lavorare nella fabbrica.

Il 28 novembre, un incendio ed una esplosione in una miniera nella provincia di Shaanxi hanno provocato la morte di almeno 166 minatori. Essi sapevano che c�era un incendio nel pozzo ma sono scesi ugualmente per paura di perdere la paga in caso di rifiuto di lavorare. Tre giorni dopo, un�esplosione in una miniera di carbone nella provincia di Guizhou ha ucciso altri 13 minatori. La Cina � il paese con il numero maggiore d�incidenti e mortalit� nelle miniere; oltre quattromila minatori sono morti al lavoro nei primi nove mesi dell�anno. I minatori cinesi sono ufficialmente membri dell�ACFTU (Federazione sindacale cinese), un organismo ufficiale statale che � legato al partito al potere, dal punto di vista organizzativo e costitutivo, ma i familiari dei minatori di Shaanxi, che si erano rivolti all�ACFTU per aiuto, sono rimasti a mani vuote.

Il 22 novembre, la Wal-Mart China ha annunciato che non si opporrebbe agli sforzi dell�ACFTU di rappresentare i lavoratori dei suoi 40 negozi in Cina �se i soci [cio� i lavoratori � ed.] dovessero chiedere la costituzione di un sindacato.� Il giorno dopo, un Tribunale d�appello a Saskatchewan (Canada) ha approvato la decisione di un consiglio provinciale del lavoro che chiedeva all�impresa di fornire prove della tattica antisindacale utilizzata contro gli sforzi dell�UFCW per organizzare i lavoratori in un negozio Wal-Mart a Weyburn (Saskatchewan). Qualche settimana prima, l�impresa aveva minacciato pubblicamente di chiudere un negozio nell�Ontario dove i lavoratori si erano sindacalizzati.

Questi avvenimenti sono strettamente legati. La Cina non conterebbe oltre tre quarti di tutti gli infortuni nelle miniere di carbone se i lavoratori fossero rappresentati da sindacati genuini, indipendenti dal Partito e dagli imprenditori. Se ci fosse stato un sindacato alla fabbrica Stella, le modifiche agli straordinari sarebbero state negoziate non imposte per decreto ed i lavoratori non sarebbero in prigione per il �delitto� di manifestazione contro la riduzione brutale delle paghe gi� basse.

Wal-Mart non ha una politica in Cina (�riconoscimento� dei sindacati) ed un�altra nel resto del mondo: ha un�unica politica di ostilit� mondiale contro i sindacati. Nel Nordamerica chiama specialisti anti-sindacato quando i lavoratori cercano di organizzarsi. In Cina fa appello all�ACFTU se le circostanze politiche lo esigono. L�ACFTU si dissangua attraverso la privatizzazione, che rappresenta una perdita di controllo sulla manodopera, oltre ad un�erosione continua della credibilit� e della legittimit�. L�introduzione dell�ACFTU nel settore privato non dovrebbe assolutamente essere confusa con la sindacalizzazione ed il �riconoscimento� da parte degli imprenditori. Si tratta essenzialmente di un�operazione di polizia. La sindacalizzazione e il riconoscimento del sindacato da parte degli imprenditori sono impossibili finch� il diritto dei lavoratori di sindacalizzarsi � represso e finch� l�ACFTU rimane l�unico �sindacato� legale in Cina. Il riconoscimento di un sindacato da parte dell�imprenditore significa che i lavoratori hanno raggiunto un certo grado di potere attraverso la costituzione di una forza collettiva.

L�applicazione delle Linee guida dell�OCSE per le multinazionali in Cina � impossibile per lo stesso motivo, poich� gli Orientamenti prevedono il rispetto delle Convenzioni OIL sul diritto dei lavoratori di organizzarsi e di negoziare collettivamente. L�ACFTU rifiuta queste Convenzioni e rifiuta di difendere i lavoratori vittime della repressione dello Stato, come i lavoratori della Stella. Molte cose sono cambiate in Cina, ma non l�ACFTU che rimane una componente integrale dell�apparato del potere.

L�annullamento brutale della riunione dell�OCSE da parte delle autorit� cinesi dovrebbe essere l�occasione per riflettere nuovamente su come il movimento sindacale internazionale potrebbe appoggiare efficacemente i lavoratori cinesi nella loro lotta per un sindacato indipendente. Un�elemento chiave della riflessione deve portare a distinguere tra belle parole e legittimazione velata dell�ACFTU dalla realt� del lavoro in Cina. Una recente conferenza a New York per investitori transnazionali sul tema �Come gestire la responsabilit� imprenditoriale in Cina� prometteva di istruire le imprese sulla determinazione dei �limiti della responsabilit��, che dovrebbe essere congeniale ad imprese anti-sindacato come WalMart, perch� l�ACFTU ora d� loro un�etichetta di �socialmente responsabili�.

Il rifiuto del governo di autorizzare i sindacalisti internazionali a discutere le Linee guida dell�OCSE sul suolo cinese dovrebbe anche, come minimo, far riflettere sullo scandalo permanente della presenza dell�ACFTU come delegato dei lavoratori nel Consiglio d'amministrazione dell�OIL, seggio a cui � stato eletto in giugno 2002. Porre fine a questa farsa significherebbe dichiarare chiaramente che i lavoratori capiscono che quando parlano all�ACFTU, in un seminario OCSE o in qualsiasi altro contesto, parlano ad un rappresentante del potere statale cinese e non ad un�organizzazione che rappresenta i lavoratori. Ora pi� che mai occorre chiarezza su questo punto, perch� i lavoratori cinesi si stanno mobilitando come mai e corrono gravi rischi per lottare per i loro diritti. Come mostra il triste ripetersi delle tragedie nelle miniere, pagano con la vita l�assenza di quei diritti.