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OGM e OMC: in difesa di una moratoria moribonda

Inserito nel sito UITA il 30-Jun-2004



L�anno scorso a maggio, gli Stati Uniti (con l�appoggio dell�Argentina, del Canada e di un effimero gruppo di paesi chiamato �la coalizione dei volonterosi�) presentarono reclamo formale all�OMC contro la Comunit� europea (CE) perch� rifiutava dal 1998 di rilasciare autorizzazioni a nuovi prodotti OGM. L�accusa affermava che questa �moratoria de facto� violava gli obblighi previsti dall�OMC nell�Accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) e nell�Accordo sugli ostacoli tecnici al commercio (TBT). In sua difesa inizialmente la CE neg� l�esistenza della moratoria ed afferm� che le sue procedure di valutazione dei rischi e di approvazione degli OGM erano conformi alle regole OMC.

E� rischioso cercare di difendere restrizioni sugli OGM basandosi sulla compatibilit� con l�OMC. Infatti le regole OMC, inclusi gli accordi SPS e TBT, sono state concepite per rafforzare il dominio delle grandi imprese e le stesse transnazionali agro-alimentari della CE ne hanno tratto enormi vantaggi. Le regole hanno una ragion d�essere. La moratoria � suscettibile di opposizione sulla base della giurisprudenza OMC, che proscrive la discriminazione contro �prodotti simili� e �ritardi eccessivi� nelle procedure di autorizzazione di movimenti dei nuovi prodotti attraverso le frontiere.

Di fronte a possibili sanzioni commerciali di vari milioni di dollari, la CE ha dovuto cercare nuovi argomenti e, quindi, la prima memoria scritta presentata dalla CE in questa causa, datata 17 maggio, mostra un�evoluzione marcata rispetto alla posizione precedente.

La memoria � contraddittoria perch� la Commissione europea si trova ad essere oggetto di pressioni simultaneamente da parte del governo USA (nel ruolo di difensore dell�agribusiness), dei consumatori europei (che rifiutano gli OGM) e delle imprese europee della biotecnologia (che hanno sempre cercato di eliminare la moratoria). Invece di difendere questa moratoria, la CE continua a pretendere che il rifiuto di nuove domande per OGM � coerente con lo spirito, anche se non sempre con la lettera, delle regole e della giurisprudenza OMC in materia. La memoria afferma che non c�� mai stata una moratoria ufficiale de facto o de jure e che quindi l�accusa riguarda una colpa fantasma; cita proibizioni esplicite degli OGM in altri paesi come prova della ragionevolezza e della moderazione mostrate dalla CE. La CE sembra dire che poteva anche fare di peggio e quindi bisogna lasciarla in pace.

Dato che i sindacati non sono stati coinvolti nel processo di preparazione della memoria (grave difetto, viste le conseguenze dirette degli OGM sui lavoratori dell�alimentazione e dell�agricoltura), la documentazione � incompleta e selettiva. Per esempio, la Sezione 4(a) sugli �Effetti sulla salute umana� non menziona gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori provocate dalle sempre maggiori applicazioni di sostanze chimiche nell�agricoltura che accompagnano la diffusione di OGM resistenti ad insetticidi e diserbanti. Non vi � discussione, n� possono essercene, circa la minaccia sociale degli OGM ed il loro ruolo di vettori della concentrazione delle imprese, perch� questo tipo di discussione non � contemplata all�OMC.

La novit� importante nella memoria della CE sta nel riconoscere che �Si pone seriamente in dubbio che l�OMC sia il foro internazionale pi� adatto a risolvere tutti i problemi relativi agli OGM che i querelanti hanno sollevato in questa causa. La Comunit� europea non pu� non deplorare che i querelanti abbiano deciso di avviare una procedura di composizione delle dispute sulla base di premesse erronee, invece di promuovere la cooperazione internazionale come mezzo per creare una base internazionale solida per affrontare il tema degli OGM.�

Questo riconoscimento sposta fondamentalmente i termini della discussione. Siamo d�accordo che l�OMC non sia il luogo per discutere la legittimit� e la legalit� della decisione di un paese di esercitare il proprio diritto a rifiutare gli OGM. La base internazionale per resistere all�imposizione di OGM si trova nelle norme sui diritti umani internazionali. La CE la chiama �cooperazione internazionale�. Noi la chiamiamo �multilateralismo fondato sui diritti� ed abbiamo attirato l�attenzione sull�importanza delle Convenzioni dell�OIL e degli accordi multilaterali sull�ambiente in tale processo.*
Il nocciolo del problema non sta nella compatibilit� con l�OMC, ma nel fatto di sapere se i diritti umani hanno la precedenza sulle regole che disciplinano il commercio mondiale invece di lasciar decidere tutto all�OMC. Nella sua memoria, la CE afferma che �l�Accordo OMC non ha la funzione di prevalere sulle altre regole del diritto internazionale che permettono, e spesso esigono, prudenza e precauzione.� Questa � proprio una delle funzioni principali dell�Accordo OMC e se la CE oggi deve affrontare alla realt�, si tratta di uno sviluppo positivo.

Siamo d�accordo con la CE che il Protocollo sulla biosicurezza annesso alla Convenzione internazionale sulla biodiversit�, giustamente identificato nella memoria come �il primo accordo internazionale vincolante sul commercio di OGM�, sia lo strumento giusto per trattare il problema degli OGM. Il Protocollo sulla biosicurezza getta le basi nel diritto internazionale per rifiutare le importazioni e la diffusione nell�ambiente di OGM, ma, poich� si fonda sul principio di precauzione, pu� essere applicato solo in contrasto con l�OMC. Il problema principale oggi per i sindacati � come usare il Protocollo in modo efficace per portare avanti il nostro programma in questa controversia.

Il Protocollo � stato ratificato dalla CE (ma non dagli USA, dal Canada e dall�Argentina), ma la sua unica forza sta nelle leggi e nelle politiche nazionali necessarie per la sua applicazione. Questo � il terreno su cui devono intervenire oggi i sindacati europei.

Il Protocollo prevede la creazione di un Comitato sull'osservanza delle disposizioni (compliance), eletto dai paesi che lo hanno ratificato, che dovrebbe verificarne la messa in opera, investigare i casi di mancato rispetto e risolvere le controversie. I sindacati dell�alimentazione devono insistere per essere coinvolti nella creazione di questo Comitato e partecipare attivamente ai suoi lavori, perch� chi, se non i sindacati direttamente interessati nel trasporto, nella coltivazione e nella trasformazione del cibo, � nella migliore posizione per effettuare le procedure di verifica?

Il Protocollo sulla biosicurezza prevede anche la creazione di un regime completo di responsabilit� ed indennizzo, che include risarcimenti per perdite o danni causati dalla contaminazione da OGM. La massiccia contaminazione da OGM � gi� una realt�, non pi� teoria. Poich� le societ� sanno che la contaminazione da OGM attraverso il trasporto , la coltivazione e la trasformazione � inevitabile, la minaccia di forti responsabilit� finanziarie � servita da deterrente alla commercializzazione degli OGM nel Regno Unito ed in altri paesi. Non dovremmo tardare a preparare un sistema severo di responsabilizzazione a livello europeo, prima che l�OMC imponga le proprie sanzioni contro l�azione legittima di difesa del principio di precauzione. Anche qui i sindacati hanno un interesse vitale e devono essere coinvolti ad ogni livello.

La moratoria de facto � terminata il 19 maggio, quando la Commissione europea ha autorizzato l�importazione di mais dolce transgenico in scatola della Syngenta. Le compagnie produttrici di sementi GM saranno le prime a precipitarsi nella breccia ed hanno gi� inviato le loro domande per approvazione. La CE sta lottando e facendo marcia indietro contemporaneamente. La sua riluttanza a trarre le conseguenze della propria posizione non dovrebbe scoraggiare il movimento sindacale ed i suoi alleati. Mettendo in dubbio la legittimit� dell�OMC a decidere in controversie che toccano i diritti fondamentali, la CE ha dato il segnale di un�azione che va ben al di l� dell�obbiettivo preciso di proteggersi dalle sanzioni dell�OMC. Dovremmo cogliere quest�opportunit� per insistere per una moratoria sugli OGM che sia genuina sia nel nome che nei fatti.