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Riunisce i lavoratori agroalimentari e del turismo di tutto il mondo



Vertice OMC a Cancun: le poste in gioco per i lavoratori dell�agroalimentare

Inserito nel sito UITA il 07-Oct-2003



Nel 2002, l�UITA ha pubblicato �L�OMC ed il Sistema Alimentare Mondiale: un approccio sindacale�, un documento che esaminava i legami tra Organizzazione mondiale del commercio (OMC), regolamentazioni del commercio mondiale e degli investimenti, controllo delle grandi imprese sull�agricoltura e l�approvvigionamento alimentare, fame e povert�, dipendenza dalle esportazioni e indebitamento. Proponeva un programma sindacale in cui i diritti dei lavoratori dell�agroalimentare sono al centro di un sistema mondiale di produzione alimentare che garantisce il diritto di tutti a cibo adeguato, sano e nutriente.

I problemi sottolineati in �L�OMC ed il Sistema Alimentare Mondiale� sono quelli all�ordine del giorno del vertice di Cancun e qualsiasi cosa accada al vertice, � urgente che i sindacati adottino una strategia globale per affrontare il piano d�azione aziendale, di cui Cancun � solo una parte. Sappiamo per esperienza che non possiamo limitare la nostra lotta a reagire a riunioni ministeriali OMC specifiche o ad opporci ad ogni nuovo trattato sul commercio e gli investimenti, perch� anche se respinto una volta ritorner� pi� tardi, come nel caso delle regolamentazioni sugli investimenti internazionali attualmente in discussione tra i �nuovi temi� a Cancun.

La lotta per un sistema alimentare basato sui diritti umani ed i diritti dei lavoratori ad ogni stadio della filiera esige che affrontiamo i piani d�azione delle multinazionali agroalimentari nel loro insieme. Questo significa guardare oltre Cancun.

Pertanto, l�articolo che segue � un tentativo d�identificare i problemi chiave per i lavoratori dell�agroalimentare che si riflettono nei negoziati di Cancun e di stabilire che rapporto hanno con il nostro piano d�azione a favore di un lavoro dignitoso e della garanzia dei diritti dei lavoratori in tutta la filiera alimentare. Esamineremo anche due dei problemi pi� discussi all�ordine del giorno di Cancun per il settore agroalimentare � L'esportazione di prodotti sovvenzionati, ossia il dumping, e l�accesso ai mercati � e le loro conseguenze per i lavoratori.

Dopo Cancun, valuteremo lo stato dei negoziati OMC ed i loro effetti sulle condizioni di lavoro e di vita dei nostri iscritti e dei lavoratori di tutto il settore e svilupperemo ulteriormente l�analisi iniziata con �L�OMC ed il Sistema Alimentare Mondiale�.

Le poste in gioco per i lavoratori dell�agroalimentare E� gi� ovvio che la quinta Conferenza ministeriale dell�OMC, che si terr� a Cancun (Messico) dal 10 al 14 settembre, sar� un fallimento. Il disaccordo � profondo tra gli stati membri dell�OMC, nonostante trattative dietro le quinte, tentativi di accordi a �mini-ministeriali� poco trasparenti e forti pressioni in negoziati commerciali bilaterali negli ultimi 21 mesi dalla quarta ministeriale di Doha. Un consenso a Cancun sembra improbabile, se non impossibile. L�agroalimentare � un settore chiave che blocca i negoziati.
I negoziati sull�agricoltura sono ad un punto morto, poich� non si � rispettata la scadenza del 31 marzo per trovare il consenso su un testo di impegni futuri nell�ambito dell�Accordo OMC sull�agricoltura. Le divergenze portano soprattutto sul rifiuto da parte degli USA e dell�UE di rinunciare ai miliardi di dollari di sovvenzioni, base del dumping, pur continuando ad esigere dai paesi pi� poveri una liberalizzazione pi� rapida dell�agricoltura. Bench� la Quarta Dichiarazione ministeriale OMC rilasciata a Doha nel 2001 affermasse che i futuri negoziati avrebbero preso in considerazione le misure necessarie �per permettere ai paesi in via di sviluppo di tener conto delle loro necessit� specifiche, inclusa la sicurezza alimentare e lo sviluppo rurale�, non si sono fatti progressi.

L�impossibilit� dei negoziati di Cancun di risolvere i conflitti interni tra stati membri sull�agricoltura non fa che mettere in luce gli squilibri globali ancorati nel sistema OMC, sia tra stati membri che al loro interno. Il dumping massiccio di prodotti agricoli sovvenzionati non si limita a distruggere le capacit� di sostentamento delle popolazioni rurali nei paesi poveri; anche nei paesi sviluppati, malgrado le sovvenzioni, l�ideale di un lavoro dignitoso nell�agricoltura rimane un pio desiderio.

Il vero fallimento a Cancun sta nel fatto che i problemi pi� critici nell�agroalimentare mondiale sono totalmente ignorati. Il sistema alimentare mondiale attuale genera esportazioni per US$ 545 miliardi all�anno, mentre 8 milioni di persone muoiono ogni anno di fame o di malattie ad essa legate. Circa 24 000 persone muoiono ogni giorno di fame: durante i quattro giorni della Ministeriale OMC a Cancun quasi 100 000 persone moriranno, cio� un terzo della popolazione di Cancun che ne conta 300 000.

L�ordine del giorno di Cancun tocca direttamente il diritto di tutti ad un�alimentazione sana, adeguata e nutriente, oltre ai diritti ed agli interessi collettivi dei 450 milioni di lavoratori dell�agricoltura, temi che non saranno discussi. L�esempio pi� chiaro � dato dal paese che ospita la Ministeriale OMC, dove il granoturco, coltura alimentare di base, � minacciato sia da un dumping massiccio statunitense, che da estese contaminazioni a causa di granoturco OGM importato dagli USA. Nei mesi immediatamente precedenti Cancun, ci sono state proteste di massa da parte di agricoltori e braccianti messicani contro le conseguenze distruttive del �libero scambio� sui loro mezzi di sostentamento. La richiesta di togliere l�agricoltura dall�OMC, e specialmente l�esclusione di prodotti alimentari di base come il mais, riflette il crescente scontento di fronte all�aggravarsi della crisi agricola.

Qualsiasi saranno le decisioni e le trattative a Cancun, quello che conta soprattutto per i lavoratori dell�agroalimentare e per i loro sindacati � il dopo-Cancun. Nei 15 mesi seguenti si assister� ad un�offensiva delle multinazionali per imporre una pi� rapida liberalizzazione in agricoltura e ad un�espansione della presa di potere e d�interessi dell� �agribusiness�. Il 1� gennaio 2005 � la data fissata per l�armonizzazione degli impegni assunti nell�Accordo OMC sull�agricoltura in quanto �impegno unico�, che segnerebbe la conclusione del "round di sviluppo� di Doha. E� anche la data fissata per la conclusione dei negoziati che porteranno alla creazione dell'Area di libero scambio nelle Americhe (ALCA), che concederebbe alle multinazionali enormi diritti a livello mondiale.

La grande offensiva imprenditoriale, di cui i negoziati OMC sono solo una parte, tende ad eliminare gli ostacoli all�espansione dell� �agribusiness�, mentre ne crea dei nuovi al diritto ad un lavoro dignitoso in agricoltura. In tale contesto, i sindacati dei lavoratori dell� agroalimentare in tutto il mondo devono essere pronti a reagire efficacemente all�offensiva imprenditoriale dopo Cancun, ed adoperarsi per stabilire un nuovo piano d�azione che definisca il lavoro dignitoso in agricoltura ed i diritti dei lavoratori dell�agroalimentare come elementi fondamentali per il futuro del sistema alimentare mondiale.

Consolidata dominazione aziendale: ostacoli al lavoro dignitoso in agricoltura

La �Decent Work Agenda� dell�OIL:

Un lavoro dignitoso � diventato dovunque un�esigenza che l�OIL ha tradotto in quattro pilastri interconnessi che costituiscono insieme la �Decent Work Agenda� (azione in materia di lavoro dignitoso). Questi pilastri sono: principi e diritti fondamentali sul lavoro, occupazione, protezione sociale e dialogo sociale. Pertanto, il concetto globale di lavoro dignitoso include molti aspetti tra cui: accesso ad un lavoro liberamente scelto ed esercitato in condizioni sicure e non discriminanti; una remunerazione adeguata, in rapporto alle responsabilit� ed alle necessit� economiche, sociali e familiari basilari; un trattamento giusto ed equo qualsiasi sia la nazionalit�, la razza, l�etnia, il sesso o l�et�; una protezione sociale adeguata; opportunit� di formazione e di sviluppo delle qualifiche; e libert� di partecipare alla presa di decisioni su aspetti che riguardano direttamente o indirettamente il lavoro tramite rappresentanti liberamente scelti.

Fonte: Organizzazione internazionale del Lavoro (OIL), Ufficio per le attivit� dei lavoratori.
Decent Work in Agriculture. Documento di base per il Simposio internazionale dei lavoratori sul lavoro dignitoso in agricoltura, Ginevra, 15-18 settembre 2003.

Le disuguaglianze e le ingiustizie che affliggono il sistema alimentare mondiale sono duramente illustrate dal fatto che gli agricoltori ed i lavoratori agricoli, cio� coloro che producono il cibo da cui tutti dipendiamo, sono tra gli 840 milioni di persone che non hanno cibo sufficiente e che vivono denutriti.

In gennaio 2003, il governo dello Stato di Tamil Nadu (India) � stato costretto a lanciare un programma di pasti gratuiti per i piccoli agricoltori marginali, i braccianti e le loro famiglie, per evitare che morissero di fame. Non si tratta di un caso isolato, dato che la fame prevale in altri Stati. Solo nei primi tre mesi di quest�anno, pi� di 65'000 lavoratori delle piantagioni di t�, in maggioranza donne, negli Stati di Assam, Bengala occidentale, Kerala e Tamil Nadu hanno perso il lavoro perch� il loro datore di lavoro ha chiuso o abbandonato la piantagione. La crisi attuale nell�industria del t� in India � stata aggravata dal crollo dei prezzi del t� alle aste manipolate da �trader� e �broker�. I lavoratori sono stati abbandonati senza mezzi di sostentamento in zone rurali remote e isolate, privandoli di servizi essenziali, anche medici. Ci� ha provocato una crisi umanitaria senza precedenti, con denutrizione, malattie, decessi e suicidi.

A proposito dell�India, Devinder Sharma scrive che �Trasformare l�agricoltura in grandi imprese, privatizzare l�acqua e obbligare gli agricoltori ad affrontare i capricci del mercato non fanno che eliminare questi ultimi dall�agricoltura. Ironicamente, la pi� grande impresa privata del mondo, dato che un agricoltore su quattro � un Indiano, � minacciata dalla privatizzazione. La liberalizzazione dell�economia non pu� che portare alla distruzione delle fondamenta del sistema agricolo spianando cos� la via alla presa di controllo dell�agricoltura indiana da parte delle grandi imprese.�

Grazie al regime OMC, le grandi imprese stanno prendendo il controllo dell�agricoltura su scala mondiale, col corollario di distruzione del tessuto sociale rurale, man mano che s�intensificano le concentrazioni d�imprese nella filiera alimentare. Due grandi gruppi controllano la distribuzione dell�80% dei cereali nel mondo e le 10 pi� grosse societ� agro-chimiche dominano l�80% del mercato mondiale di pesticidi. Cinque societ� controllano il 75% del commercio di banane, tre controllano l�83% del commercio del cacao e tre controllano l�85% del commercio mondiale di t�. Tale concentrazione di potenza commerciale si riflette nelle regole del sistema attuale del commercio mondiale ed � questo regime commerciale, di cui l�OMC � una componente essenziale, che spinge verso sempre maggiori concentrazioni.

L�aumento di controllo da parte di �agribusiness� � insito nella dominazione che essi esercitano negli stessi paesi industrializzati. Negli ultimi vent�anni, conglomerati agroalimentari negli Stati Uniti sono cresciuti sia in forza di mercato che in ricchezza, a scapito delle aziende agricole a conduzione familiare e dei lavoratori agricoli. Oggi, quattro societ� (Cargill, Cenex Harvest States, Archer Daniels Midland (ADM) e General Mills) possiedono da sole il 60% degli impianti terminali di smistamento dei cereali negli USA; quattro societ� (Tyson, ConAgra, Cargill e Farmland Nation) controllano l�81% dell�industria della carne di manzo; e quattro societ� (ADM, ConAgra, Cargill e General Mills) possiedono il 61% della capacit� di produzione di farina.

Con l�aumento del controllo dell�agricoltura da parte delle grandi societ� negli USA, � aumentata la povert� tra chi lavora nell�agricoltura e persino nella trasformazione. La proporzione dei lavoratori agricoli che negli USA hanno redditi inferiori alla soglia di povert� � passata da 50 a 60% tra il 1990 ed il 1997/98. Nonostante un aumento marginale del 9% dei salari di questi lavoratori negli ultimi dieci anni, i livelli salariali sono di molto inferiori a quelli corrispondenti ad un lavoro dignitoso e gli effetti si fanno sentire al di l� dell�agricoltura. Il settore della carne e del pollame, dove la concentrazione � maggiore, � gradualmente diventato quello dei salari minimi, con un rigiro di personale annuo del 100% e tassi terribili d�infortuni e di malattie professionali. Datori di lavoro anti-sindacati che cercano nuova manodopera sono spesso coinvolti nella tratta di lavoratori migranti, particolarmente esposti a sfruttamento spietato.

Un aspetto vitale della presa di controllo dell�agricoltura da parte delle grosse imprese � la strategia di espansione dei giganti dell�agroalimentare che cercano mercati per i loro prodotti nei paesi in via di sviluppo, aumentando la dipendenza di questi ultimi dalle importazioni alimentari. Secondo l�Organizzazione delle Nazioni Unite per l�alimentazione e l�agricoltura (FAO), negli ultimi 30 anni il deficit degli scambi in cereali dei paesi in via di sviluppo � passato da 17 a 104 milioni di tonnellate, evoluzione che mette in pericolo la possibilit� di arrivare alla sicurezza alimentare migliorando la produzione interna.

La strategia delle grandi imprese di creare dipendenza dall�importazione di prodotti agricoli comporta la distruzione della concorrenza locale e la presa di controllo di questi mercati crescenti. Le terre sono utilizzate per colture non tradizionali destinate all�esportazione, il che crea una situazione paradossale di maggior dipendenza dalle multinazionali per l�accesso ai mercati, alla distribuzione e agli input, comprese le sementi, mentre occorre importare prodotti agricoli fortemente sovvenzionati da sostituire alle colture tradizionali abbandonate. Per l� �agribusiness� questo � il significato dell�espressione �accesso ai mercati� garantito attraverso l�Accordo sull�agricoltura. Per i lavoratori agricoli ed i piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo un miglior accesso ai mercati per le loro esportazioni spesso significa aumentare produzioni agricole non tradizionali (e persino non alimentari, come i fiori) per finanziare la crescente distruzione dei loro sistemi di produzione alimentare.

Tale aumento di controllo da parte delle grandi societ� aggrava il �deficit di lavoro dignitoso nell�agricoltura� non solo nei paesi in via di sviluppo nel Sud, ma anche nel Nord America e nell�UE. In entrambe queste regioni, il potere crescente detenuto dai giganti dell�agro-chimica, come Bayer e Monsanto, ha obbligato i produttori ad un sempre maggior uso di pesticidi, con conseguenze dannose per la salute di chi lavora nell�agricoltura. Man mano che questi giganti estendono il loro controllo, sempre pi� lavoratori dovunque sono confrontati al maggior uso d�insetticidi con conseguente deterioramento della loro salute e delle condizioni di sicurezza sul lavoro e nelle loro comunit�.
Questi stessi giganti dell�agro-chimica � Bayer, Dupont e Monsanto � sono anche all�origine di nuove forme di dipendenza, grazie all�introduzione di organismi geneticamente modificati (OGM) nell�alimentazione e nell�agricoltura. Come sottolinea Devinder Sharma nel contesto della povert� e denutrizione in cui si trovano i piccoli agricoltori ed i lavoratori agricoli dell�India, soppiantati dalla presa di controllo da parte delle grandi societ�, �L�attacco contro gli agricoltori indiani non viene solo dall�OMC ma anche dall�industria dell�ingegneria genetica che operano in stretta collaborazione.�

L�industria dell�ingegneria genetica lavora in stretta collaborazione con l�OMC, di cui si serve per rimuovere gli ostacoli agli OGM, inclusa la legislazione sull�etichettatura, le regole sulle importazioni di prodotti alimentari contenenti OGM o le restrizioni sulle colture commerciali di piante OGM.

Nella preparazione di Cancun, il governo statunitense ha adottato una posizione pi� aggressiva sulle restrizioni contro gli OGM nel mondo e si � rivolto all�OMC come mezzo politico per costringere questi mercati ad aprire le porte. Questa posizione aggressiva � stata adottata a nome dei giganti dell�ingegneria genetica, come Monsanto, che si preoccupano perch� la crescente resistenza agli OGM nel mondo sta chiudendo i mercati e riducendo i profitti. Agendo a favore di Monsanto e di altri giganti dell�agro-chimica che hanno interesse a promuovere la dipendenza degli agricoltori da colture geneticamente modificate, il governo USA, insieme a quelli dell�Argentina e del Canada, ha ufficialmente presentato un reclamo all�OMC contro la moratoria de facto sugli OGM, decretata dall�UE il 13 maggio 2003. Anche se tale moratoria era destinata ad estinguersi dopo pochi mesi, gli USA hanno mantenuto il loro reclamo all�OMC come mezzo per scoraggiare altri paesi dall�imporre restrizioni simili. Oltre al reclamo all�OMC, il governo Bush sta adoperandosi anche per suscitare maggior consenso agli OGM. In realt�, il vero obbiettivo della mossa USA all�OMC non � tanto l�UE, dove i consumatori sono fortemente contrari agli OGM, quanto il vasto mercato di sementi OGM e pesticidi connessi nei paesi in via di sviluppo, come il Brasile, dove l�agricoltura � oggetto di rapida concentrazione in poche mani.

L�opposizione all�utilizzo dell�OMC da parte del governo USA per costringere i mercati ad aprirsi alle indesiderate colture geneticamente modificate non viene solo dall�esterno, dato che gli stessi agricoltori statunitensi si sono mostrati fortemente contrari. Per esempio, la �Soybean Producers of America� ha criticato il reclamo presentato all�OMC, affermando che i funzionari governativi �dovrebbero chiedersi chi vince e chi perde quando si cerca di costringere i consumatori ad accettare un prodotto che non vogliono�. Un sondaggio nazionale sui produttori di granoturno effettuato appena due settimane prima dalla �American Corn Growers Foundation� aveva rilevato che il 77% era contrario alla presentazione del reclamo all�OMC.

Uno dei motivi per brandire l�arma dell�OMC contro le restrizioni agli OGM � stata la preoccupazione che i nuovi Accordi multilaterali sull�ambiente (MEA) diano una base giuridica a queste restrizioni o addirittura proibiscano gli OGM. In particolare il governo statunitense si preoccupava che il Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza, a cui gli USA si sono opposti per quasi un decennio, potesse essere finalmente ratificato ed implementato. Questo Protocollo � il primo accordo mondiale vincolante che ribadisce il diritto dei paesi di rifiutare gli OGM in base al principio di precauzione e minaccia di limitare il controllo aziendale sull�agricoltura. L�azione degli USA contro l�UE all�OMC ha lo scopo di distruggere il consenso sul Protocollo sulla Biosicurezza e di ribadire la predominanza delle regole OMC. Il conflitto tra l�OMC ed il Protocollo sulla Biosicurezza � rafforzato dal fatto che questo entrer� in vigore l�11 settembre, il secondo giorno della Ministeriale OMC a Cancun. Il governo statunitense sta quindi cercando di guadagnarsi il massimo appoggio per il suo attacco contro le restrizioni agli OGM presso l�OMC, indebolendo il crescente consenso sulla biosicurezza e spingendo l�OMC a metterlo in secondo piano.

L�importanza degli OGM nel programma che le grandi aziende hanno fissato per Cancun � dimostrata dai continui sforzi del governo statunitense per ottenere appoggio per il suo reclamo contro l�UE all�OMC. Ad una riunione dell�APEC (Cooperazione economica Asia Pacifico) in Tailandia in giugno, il rappresentante statunitense per il commercio, Robert Zoellick, ha chiesto ai membri dell�APEC di allearsi agli USA nella loro azione presso l�OMC per opporsi alle restrizioni agli OGM da parte dell�UE. Parallelamente, ha usato espressioni guerresche dichiarando la costituzione di una �coalizione di liberalizzatori� capeggiata dagli USA per applicare misure di liberalizzazione pi� rapida e profonda anche all�agricoltura.

L�offensiva imprenditoriale dopo Cancun

L�indomani della conclusione della Ministeriale OMC a Cancun, l'Ufficio per le attivit� dei lavoratori dell�OIL (ACTRAV) aprir� a Ginevra il suo primo simposio internazionale sul Lavoro dignitoso in agricoltura. Nel documento di base per il simposio, l�ACTRAV nota che l�espandersi del controllo delle grandi imprese � uno dei principali fattori del �deficit di lavoro dignitoso� in agricoltura, che a sua volta contribuisce all�impossibilit� di mantenere il sistema alimentare attuale per i lavoratori agricoli: �La �Decent Work Agenda� dell�OIL deve essere applicata al settore agricolo mondiale se vogliamo che la nozione di sviluppo durevole abbia una connotazione reale e concreta, visto che la situazione attuale non pu� continuare.�

Eppure l�ordine del giorno di Cancun sottolinea appunto l�espansione degli interessi dell��agribusiness� a scapito del lavoro dignitoso. Appena un mese prima dell�appello di Zoellick all�APEC per una �coalizione di liberalizzatori� capeggiata dagli USA, egli aveva annunciato la composizione della Commissione consultiva nazionale per la politica agricola in materia di scambi (APAC) e sei Commissioni consultive sulle tecniche agricole in materia di scambi (ATAC), commissioni dominate dalle grandi imprese agroalimentari, tra cui: Monsanto, ConAgra Foods, Pilgrim�s Pride, Cargill, Dupont, Archer Daniels Midlands e Kraft. La dominazione delle multinazionali in queste commissioni si verifica nella nuova �Commissione consultiva sulla biotecnologia e l�agricoltura nel 21� secolo�, dove 11 dei 18 seggi sono occupati da grandi �agribusiness� e dall�industria dell�ingegneria genetica, inclusa la Monsanto.

Secondo il Ministero dell�agricoltura USA, queste commissioni hanno un ruolo diretto nella formulazione della posizione statunitense sull�agricoltura globale, �con l�intensificarsi dei negoziati su accordi commerciali globali, regionali e bilaterali�. Il riferimento ad accordi commerciali bilaterali � significativo e lascia supporre l�esistenza di una strategia post-Cancun per insistere sull�aumento del controllo dell�agricoltura da parte delle grandi imprese con altri mezzi, se Cancun dovesse fallire.

Malgrado i piani d�emergenza post-Cancun, la richiesta delle imprese di forti consessioni dai paesi in via di sviluppo a Cancun � evidente nella stretta collaborazione tra i Commissari dell�UE per il commercio e per l�agricoltura con la Confederazione europea delle industrie agroalimentari (CIAA). Il Presidente della CIAA, Jean Martin, in un discorso del 19 giugno, ha descritto la CIAA come un attore coinvolto nella formulazione delle politiche agricole: �la CIAA intende continuare il processo di riforma delle politiche agricole internazionali che dovrebbero portare ad un insieme chiaro di regole commerciali pi� eque per i membri dell�OMC secondo la �Doha Development Agenda�. Cosa rilevante, la CIAA ha dichiarato che le recenti riforme della Politica agricola comune (PAC) dell�UE sono �una svolta importante per il settore agroalimentare� che �migliorer� la posizione dell�UE nei negoziati OMC� e che far� ottenere a Cancun maggiori concessioni in materia di liberalizzazione agricola da altri stati membri. E� proprio questa speranza che ha portato Niall Fitzgerald, Chief Executive del gigante alimentare mondiale Unilever, a descrivere l�agricoltura come �un tema in prima linea� a Cancun.

Cancun stesso � l�inizio di una nuova fase nell�offensiva imprenditoriale, che deve arrivare ad un accordo il 1� gennaio 2005. Il vice-rappresentante statunitense per il commercio per l�Asia meridionale ha descritto i risultati previsti di Cancun come �un successo attraverso un consenso ragionato�. Il successo � essenziale se gli USA vogliono lanciare una nuova tornata negoziale specialmente sull�accesso ai mercati. Cancun segna quindi l�inizio di 15 mesi di negoziati commerciali molto spinti per ulteriormente liberalizzare l�agricoltura nell�interesse dell� �agribusiness�. I sindacati devono essere pronti dovunque ad affrontare questa offensiva.

Il Dumping: peggiora la crisi mondiale nell�agricoltura

Uno dei temi pi� controversi degli attuali negoziati OMC, il dumping all�esportazione, ha conseguenze gravi sulla sopravvivenza degli agricoltori e dei lavoratori agricoli. I produttori nei paesi in via di sviluppo non possono competere con produzioni industriali massicce che sono fortemente sovvenzionate e che sono vendute a prezzi inferiori a quelli locali, di conseguenza i salari dei lavoratori agricoli diminuiscono, peggiorando le condizioni di lavoro, aumentando la povert� e rendendo vani gli sforzi per alleviare la fame a lungo termine.
La seconda Conferenza mondiale del Gruppo dei lavoratori agricoli dell�UITA, tenutasi a Capetown (Sudafrica) nel 1998, adott� una risoluzione che invocava l�arresto delle sovvenzioni negli USA e nell�UE, definite come �fattore contribuente all�aumento della fame ed alla distruzione del potenziale necessario a rafforzare la produzione agricola locale e regionale in molte regioni del mondo.� Cinque anni dopo, il problema delle esportazioni sovvenzionate e le conseguenze disastrose che hanno sulla sopravvivenza delle comunit� rurali rimane una sfida per i sindacati di lavoratori agricoli, anche dopo Cancun.

Secondo le stime dell�Istituto americano per la politica agricola e commerciale, il grano statunitense � oggetto di dumping sui mercati mondiali sottocosto di un 40%, la soia del 30%, il riso del 20% ed il granoturco di un 25-30%. In Messico, dove il granoturco � una coltura alimentare di base, importazioni sottocosto dagli USA di granoturco giallo da mangime hanno fatto crollare i prezzi, con conseguenze dirette sui tre milioni di coltivatori di mais e sulle loro famiglie, che rappresentano 15 milioni di persone. Globalmente, circa 1,76 milioni di lavoratori agricoli in Messico hanno perso il lavoro a causa dell�invasione delle importazioni dagli Stati Uniti sulla base dell�Accordo di libero scambio nord-americano (NAFTA).

Sovvenzioni annue di 4 miliardi di dollari al cotone statunitense permettono il dumping di questo cotone sui mercati mondiali a quasi il 57% sottocosto, il che ha fatto scendere i prezzi del cotone ai livelli pi� bassi dai tempi della grande depressione degli anni 1930 e sta minacciando la sopravvivenza di piccoli coltivatori di cotone e di lavoratori salariati in Asia meridionale come nell�Africa centrale ed occidentale. L�ampiezza del degrado sociale causato da queste esportazioni sovvenzionate � evidente nel caso del Pakistan, dove il cotone ha un ruolo primordiale nell�occupazione agricola e nell�industria tessile, da cui met� della popolazione, secondo le stime, trae il necessario per cibo e alloggio. Queste entrate sono ora diminuite a causa della pressione sui prezzi provocata dal dumping.

Non � solo la sopravvivenza di coltivatori e lavoratori agricoli nei paesi in via di sviluppo che � minacciata a causa del calo dei prezzi, poich� questi contribuiscono ad aggravare la crisi per i piccoli coltivatori anche nei paesi d�esportazione. Negli Stati Uniti, le sovvenzioni non vanno a favore delle aziende familiari, minacciate da debiti e prezzi bassissimi, ma si concentrano nelle mani di grandi imprese dell� �agribusiness�, tra cui si trovano 15 societ� classificate da Fortune tra le prime 500. Le stime dei contributi pro capite, p.es. delle sovvenzioni al cotone pagate agli agricoltori statunitensi, non fanno senso perch� vanno a grandi concentrazioni di �agribusiness�, mentre, nella realt�, la maggioranza dei coltivatori di cotone che lottano contro la povert� e l�indebitamento non vedranno mai queste sovvenzioni.

Anche l�UE ha un sistema di massicce sovvenzioni all�esportazione, per esempio per lo zucchero ed i prodotti lattiero-caseari, esportati a prezzi ben inferiori al costo di produzione, a scapito dei piccoli produttori e dei salari dei lavoratori agricoli nel mondo. All�interno dell�UE, queste sovvenzioni si concentrano nelle mani di aziende agricole di dimensioni industriali e dell� �agribusiness�. Pi� di tre quarti degli agricoltori dell�UE ricevono meno di 5'000 Euro di contributi diretti all�anno, mentre appena 2'000 �agribusiness� ricevono pi� di 1 miliardo di Euro di sostegno.
Inoltre, nel suo insieme, il sistema attuale chiaramente promuove modelli di produzione agricola che non sono sostenibili n� socialmente n� per l�ambiente. I �Principi della politica alimentare dell�UITA� adottati nel 2001 precisavano che le sovvenzioni all�esportazione dei paesi industrializzati �incoraggiano un�agricoltura iper-intensiva che � nociva ai lavoratori, ai consumatori e all�ambiente�.

Pertanto, la ricerca di modelli alternativi di sostegno all�agricoltura � un problema fondamentale per i sindacati dei lavoratori dell�agroalimentare dovunque. Non bisogna confondere l�opposizione alle produzioni sovvenzionate destinate al dumping sui mercati mondiali con un sostegno all�agricoltura in quanto tale. Le sovvenzioni all�agricoltura sono essenziali in tutti i paesi per aiutare un�agricoltura sostenibile per la societ� e l�ambiente, per fornire servizi pubblici alle comunit� rurali e per promuovere l�occupazione e l�eliminazione della povert� rurale. Questo tipo di sovvenzioni ha il potenziale per rafforzare la lotta per un lavoro dignitoso ed i diritti sindacali per i lavoratori agricoli sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. Il sistema attuale, che concentra le sovvenzioni nelle mani degli �agribusiness�, deve essere sostituito con uno che subordini tali sovvenzioni ad un�agricoltura socialmente ed ecologicamente sostenibile, con meccanismi chiari per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori agricoli e promuovere il benessere rurale ed il lavoro dignitoso.

Uno dei segni pi� evidenti delle disparit� globali radicate nel regime OMC � il fatto che il dumping all�esportazione � considerato conforme alle regole OMC, dato che secondo l�OMC il dumping esiste solo quando i prodotti sono venduti sui mercati esteri a prezzi inferiori a quelli del mercato del paese d�origine. Non tiene conto, per�, delle esportazioni a prezzi inferiori ai costi di produzione e, di conseguenza, finch� i prezzi interni nei paesi esportatori vengono artificialmente mantenuti bassi grazie a pagamenti diretti agli agricoltori e ad altre forme di sostegno, gli Stati Uniti e l�UE possono continuare il dumping secondo le regole OMC. Al contrario, le regole e le discipline OMC impediscono ai paesi importatori di agire per salvaguardare colture alimentari di base di grande valore sociale e culturale o per proteggere i mercati locali da picchi d�importazione o da crolli dei prezzi delle materie prime agricole. Ci� significa che la volatilit� dei prezzi di mercato dei prodotti agricoli � ulteriormente aggravata dal regime OMC, il che aumenta la vulnerabilit� e l�insicurezza degli agricoltori e dei lavoratori agricoli.

Fino a poco tempo fa, il rifiuto da parte degli Stati Uniti e dell�UE di ridurre le sovvenzioni che favoriscono il dumping � stato uno dei motivi principali di stallo nei negoziati sull�agricoltura nella preparazione di Cancun. In giugno, per�, l�UE ha presentato le proposte di riforma della Politica agricola comune (PAC) come un grosso passo verso l�abolizione del dumping e la correzione degli squilibri nel regime OMC per l�agroalimentare. Il 26 giugno, il commissario dell�UE per l�agricoltura, Franz Fischler, ha dichiarato: �Stiamo abolendo il vecchio sistema di sovvenzioni che provoca forti distorsioni del commercio internazionale e danneggia i paesi in via di sviluppo.�

Le riforme della PAC, pur contenendo alcuni cambiamenti di peso per le sovvenzioni all�agricoltura nell�UE, hanno poco o nessun effetto sul problema critico del dumping. Secondo le riforme, che escludono settori chiave come quello lattiero e lo zucchero, il problema delle eccedenze di produzione � stato risolto �sganciando� i pagamenti diretti agli agricoltori dai livelli di produzione, sicch� gli agricoltori riceverebbero aiuti senza tener conto di cosa o quanto producono. Purtroppo, uno degli effetti a lungo termine sar� di ridurre ulteriormente i prezzi agricoli interni e quindi di permettere il dumping a prezzi ancora pi� bassi. Contemporaneamente, il nuovo sistema di pagamenti ed aiuti � pi� favorevole alle grosse aziende con produzioni commerciali esportabili. I beneficiari pi� ovvi del processo di riforma sono le grandi imprese agroalimentari.

L�importanza della riforma della PAC sta nel fatto che permette all�UE di riclassificare le sue sovvenzioni agricole (cio� i pagamenti diretti �sganciati�) trasferendole dalla �Blue Box� alla �Green Box�, secondo l�Accordo OMC sull�agricoltura. Questo le allinea sulle sovvenzioni USA del Farm Bill 2002, che rappresentano 170 miliardi di dollari su 10 anni, autorizzate dalle regole di esclusione della �Green Box�, malgrado il loro ruolo di vero e proprio sostegno al dumping all�esportazione. Secondo le stime, il 75% delle sovvenzioni dell�UE passer� alla �Green Box�, trasformando in realt� il sistema di sostegno agricolo dell�UE in sovvenzioni conformi all�OMC senza ridurre il livello del dumping.

Malgrado la poca sostanza, il Commissario per il commercio dell�UE, Pascal Lamy, ha subito sfruttato queste riforme PAC
come mezzo politico per ottenere concessioni dai paesi in via di sviluppo a Cancun. Secondo Lamy, le riforme della PAC rappresentano �un capitale negoziale nel round dell�OMC�.

In tale contesto, gli Stati Uniti e l�UE, che dominano le esportazioni agricole mondiali con un 51,8%, hanno proposto insieme una �soluzione� per sbloccare i negoziati sul commercio di prodotti agricoli prima di Cancun. Secondo la proposta USA-UE, ci sarebbero �forti tagli� alle sovvenzioni che creano distorsioni al commercio e forti impegni sull�accesso al mercato. Tuttavia, le sovvenzioni di vari miliardi di dollari che vanno a beneficio dell� �agribusiness� statunitense e che permettono un dumping massiccio sui mercati mondiali non sono considerate come �distorsioni al commercio� e quindi possono continuare. La definizione di sovvenzioni che causano �distorsioni al commercio� � formulata secondo le forze politiche del regime OMC. In particolare, il testo proposto da USA e UE per il negoziato di Cancun non menziona quando, n� semmai, le sovvenzioni della �Green Box� saranno gradualmente eliminate. Sono appunto queste sovvenzioni che creano dumping. Il diritto degli Stati Uniti e dell�UE di escludere il sostegno interno dagli impegni di riduzione OMC contrasta fortemente col loro rifiuto di accettare richieste da vari paesi in via di sviluppo del diritto di escludere colture alimentari di base.

Un�altra �concessione� ai paesi in via di sviluppo nella proposta USA-UE � che i regimi negoziati di contingenti tariffari (TRQ) siano ampliati per dare loro accesso ai mercati dell�UE e degli Stati Uniti, invece di tagli tariffari pi� generalizzati, uguali per tutti. Ci� in pratica significa che l�UE e gli Stati Uniti saranno liberi di decidere quali paesi riceveranno un trattamento preferenziale, quali prodotti agricoli di base saranno importati e la quantit�. Come controparte, questi paesi dovranno eliminare le tariffe ed aprire i loro mercati, mentre l�UE e gli Stati Uniti manterranno il dumping sovvenzionato. I regimi di TRQ ampliati sono quindi soprattutto strumenti politici che daranno accesso selettivo ai mercati come ricompensa a quei paesi che s�impegnano ad un ritmo accelerato di liberalizzazione agricola. Il potere negoziale rimarr�, durante il processo, nelle mani degli Stati Uniti e dell�UE, e delle transnazionali dell� �agribusiness� che influenzano tale politica.

I governi del Brasile, dell�India e della Cina, pi� altri 12 paesi, hanno gi� rifiutato la proposta USA-UE e presenteranno un progetto diverso a Cancun. Di conseguenza, poche sono le prospettive di un consenso. Rimane per� il fatto che, anche senza un consenso a Cancun, l�UE e gli Stati Uniti potranno continuare il loro dumping.
Il programma di Cancun non far� che aggravare la crisi globale dell�agricoltura, dato che non potr� affrontare seriamente il problema del dumping ed i suoi effetti sui prezzi globali.

�La formula dell�insuccesso�: negoziare l�accesso ai mercati

Appena un mese dopo la conclusione della Ministeriale OMC a Doha, il Segretario di stato USA per l�agricoltura, Ann Veneman, critic� le preoccupazioni espresse dai paesi in via di sviluppo sulle disparit� Nord-Sud nell�applicazione degli impegni assunti con l�Accordo sull�agricoltura. Una preoccupazione specifica era il desiderio di vari di questi paesi che l�UE e gli Stati Uniti mostrassero l�esempio riducendo le sovvenzioni e permettendo un maggior accesso ai mercati prima che si chiedesse loro di ridurre i dazi e le misure protettive. Veneman rispose che questo tipo di contrattazione era esclusa: �Alcuni paesi in via di sviluppo vorrebbero non dover aprire i loro mercati prima che i paesi sviluppati abbiano ridotto il sostegno interno, ma questa formula porterebbe all�insuccesso.�

La vera formula dell�insuccesso, invece, sta nella contrattazione forzata che spinge i governi a cedere sugli scarsi mezzi a loro disposizione per proteggere i produttori locali contro importazioni a buon mercato senza ricevere garanzie che cessi l�invasione di esportazioni sovvenzionate sui mercati mondiali. L�idea che concessioni sull� �accesso ai mercati� siano una soluzione ai problemi che affliggono l�agricoltura nel mondo � di per s� fondamentalmente sbagliata e rappresenta una formula evidente d�insuccesso, poich� renderebbe questi paesi ancora pi� dipendenti da produzioni destinate all�esportazione.

La Nuova visione per un�agricoltura mondiale promossa dal Ministero statunitense per l�agricoltura (USDA) come base dei negoziati OMC a Cancun chiede una pi� rapida liberalizzazione per risolvere i problemi del sistema alimentare mondiale. In particolare, l�unica disparit� che questa Nuova visione ammette riguarda l�accesso ai mercati, secondo cui pi� liberalizzazione �... ridurr� le grandi ingiustizie in materia di apertura dei mercati agricoli.� Eppure � proprio a causa dell�eccessiva apertura dei mercati che molti paesi, soprattutto quelli del Sud, sono vulnerabili al dumping delle esportazioni degli Stati Uniti e dell�UE. La Nuova visione dell�USDA ignora anche il fatto che le grandi disparit� nel sistema mondiale dell�alimentazione e all�interno dei paesi provocate da un�agricoltura massiccia destinata all�esportazione sono aggravate dalla spinta verso l�apertura dei mercati e dai compromessi ad essa legati.

Il problema fondamentale sta nell�ipotesi che l�obbiettivo dell� �agricoltura mondiale� sia di aumentare il valore dei beni agricoli esportati, mentre la promozione di capacit� produttive per un�alimentazione che soddisfi il fabbisogno locale e il raggiungimento di obbiettivi sociali durevoli, tra cui il lavoro dignitoso, non ha spazio in questa visione dei grandi �business�. Al contrario, si promuove una maggior dipendenza dalle esportazioni agricole a scapito delle necessit� locali. Anche i governi che hanno rifiutato la proposta USA-UE di negoziati agricoli a Cancun cercano un impegno verso un maggior accesso ai mercati in cambio dell�applicazione di riforme interne per un �libero mercato�, socialmente distruttive. Anche qui l�ipotesi � che un miglior accesso ai mercati faciliter� lo sviluppo e risponder� agli �interessi speciali� dei paesi in via di sviluppo. In realt�, l� �accesso ai mercati� nel sistema attuale di produzione agricola e di commercio mondiale � la soluzione sbagliata per i costi sociali che provocher� nel corso della marcia forzata verso la liberalizzazione in agricoltura.

Una delle ragioni che spingono verso un�agricoltura destinata all�esportazione � la pressione del debito estero, il cui servizio e rimborso devono essere pagati con entrate in valuta estera. L�indebitamento globale di tutti i paesi in via di sviluppo supera US$ 2,5 mille miliardi. Il rimborso di questo debito toglie alla spesa pubblica la possibilit� di favorire i diritti umani fondamentali, incluso il diritto ad un�alimentazione adeguata, sana e nutriente e alla tutela dei mezzi di sostentamento. Parimenti, l�esportazione di raccolti per la valuta, come i fiori freschi recisi, che spesso sostituiscono colture alimentari essenziali per il fabbisogno locale, sono il risultato dell�indebitamento e della dipendenza dalle esportazioni. Il circolo vizioso di povert�, debito e dipendenza dalle esportazioni � un elemento chiave alla base dell�espansione di un�agricoltura commerciale destinata all�esportazione. In tale contesto, �l�accesso ai mercati� non fa che rafforzare l�evoluzione verso le esportazioni senza risolvere i problemi pi� fondamentali dell�indebitamento e la minor capacit� di rispondere al fabbisogno alimentare locale. Tale fabbisogno include necessariamente le condizioni sociali necessarie per far s� che il lavoro dignitoso in agricoltura possa e debba essere realizzato.

Questa falsa soluzione dell�accesso ai mercati � aggravata da un�altrettanto falsa nozione di �flessibilit��. Sia l�UE che gli Stati Uniti hanno riconosciuto la necessit� di flessibilit� nell�adempimento degli impegni secondo il regime OMC, cosa che spesso viene presentata come una grossa concessione ai paesi in via di sviluppo nei negoziati di Cancun. Tuttavia, come lo dimostra la proposta USA-UE per l�agricoltura, tale flessibilit� si applica soprattutto alle scadenze previste per l�abolizione delle loro sovvenzioni e dei crediti all�esportazione (tra l�altro, le date per l�abolizione delle sovvenzioni della �Green Box� non sono nemmeno specificate), mentre una visione molto pi� rigida di flessibilit� viene applicata ai paesi in via di sviluppo ed a quelli meno sviluppati. La flessibilit� nelle proposte USA-UE per i paesi in via di sviluppo � limitata al ritmo della liberalizzazione agricola e non alla sua logica. In particolare, la posizione degli Stati Uniti presuppone che siano limitazioni tecniche ad impedire ai paesi pi� poveri di rispettare i loro impegni di liberalizzare l�agricoltura, quindi autorizza un ritmo di riforma pi� lento, accompagnato da assistenza tecnica per creare la capacit� necessaria a reagire alla domanda del mercato ed alle pressioni concorrenziali dell�agricoltura mondiale. Qualsiasi flessibilit� di adottare modi di sviluppo agricolo diversi da un�agricoltura di tipo commerciale e destinata all�esportazione (dominata dall� �agribusiness�) � oggetto di opposizione aggressiva ed attivamente bloccata. Non c�� praticamente nessuna flessibilit� per attuare politiche destinate a stimolare il ruolo sociale dell�agricoltura. In tal senso, la flessibilit� autorizzata dal regime OMC non permette l�introduzione di misure di controllo dei prezzi per stabilizzare la volatilit� del mercato n� l�uso di sovvenzioni interne ed interventi governativi per promuovere un�agricoltura interna durevole. La natura stessa del regime OMC porta a garantire che l�evoluzione verso un sistema agricolo mondiale basato su produzioni di tipo commerciale e su vasta scala, destinate all�esportazione, diventi irreversibile.

N� l�accesso al mercato n� la flessibilit� negoziata correggeranno le disuguaglianze fondamentali radicate nel regime OMC. Le disparit� globali, a loro volta, riducono la capacit� dei piccoli agricoltori e dei lavoratori agricoli di sormontare le disparit� locali, aggravando le condizioni che impediscono di realizzare l�ideale di un lavoro dignitoso in agricoltura. Il problema essenziale � il sistema a doppio binario, in cui le TNC dell� �agribusiness� aumentano di potenza e di controllo, mentre i piccoli agricoltori ed i lavoratori agricoli devono far fronte a sempre crescente volatilit�, vulnerabilit� e violenza in situazioni di declino dei prezzi dei prodotti agricoli di base, di forte concorrenza e di deterioramento delle condizioni di lavoro e di vita.